Dall’esperienza del soggiorno in Giappone nasce la partecipazione di Maria Dompè a questa importante esposizione. Con la consueta sensibilità nella scelta degli ambienti e dei materiali, la scultrice ha trasformato una sala dell’ala nuova della Galleria Nazionale d’Arte Moderna in una passeggiata lungo il fiume. I quattro elementi cilindrici di travertino, dalla superficie scabra come grossi sassi, si alternano ai due lati delle colonne, mentre la preziosa stoffa tessuta a mano che li unisce determina un andamento zigzagante, leggero e dinamico.

L’ispirazione di questo intervento nasce dalla rievocazione emozionata di un luogo particolare nelle vicinanze di Kyoto, dove il fiume Kibune (il fiume delle lucciole) scorre tra pietre sacre che proteggono nei viaggi: un luogo di pietre importanti, ma la cui sacralità è tanto più strettamente connessa allo scorrere perpetuo dell’acqua che le unisce: il senso, prezioso e profondo, del tessuto che unisce e collega le pietre si svela allora nell’atto che ricrea le suggestioni di Kibune Jinja e ripercorre un’emozione legata alla sacralità dei luoghi e della natura.

Laura Iamurri