opere
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Water Emergency

2004 - Malga Costa – Val di Sella (Trento)

Materiali: 40 metri cubi di sabbia chiara 11.500 fiori recisi (limonium crystal dark blue)
Essenze profumate: tè verde/basilico/pesca
Suono: CD-Rom con registrazione
ideata per l’evento.

Dimensioni: m 27 x 8 x h 0,50.

Per l’edizione 2004 di Arte Sella: “Incontri internazionali arte e natura”, Maria Dompè ha realizzato un intervento sull’emergenza idrica del pianeta.

L’acqua è un bene prezioso, dissipato in modo sconsiderato, come se fosse inesauribile. Al contrario, la penuria crescente di questa risorsa e la sua iniqua ripartizione rischiano di provocare una vera e propria guerra per “l’oro blu”. Secondo una stima dell’ONU, nel 2025 circa tre miliardi di persone rimarranno senz’acqua, con il rischio di malattie, migrazioni di massa, conflitti per il controllo di fiumi e sorgenti.

Da una vecchia stalla Maria Dompè lancia il suo messaggio, con i toni lirici e fiduciosi che, da sempre, la contraddistinguono. Il pavimento è sommerso di sabbia, presentando uno scenario desertico, causato dal consumo indiscriminato di acqua. Alla visione si accompagna un suono proveniente dalle profondità più remote: è l’eco delle falde acquifere, in via di estinzione. Tuttavia, un segnale di speranza può cogliersi nelle cascate di fiori bluette che sgorgano dal suolo disidratato, richiamando l’immagine leopardiana della ginestra, “fiore del deserto”.

All’ipotesi nichilista di una futura catastrofe, si contrappone il seme dell’ottimismo, germinato dalla certezza che l’uomo possa ritrovare il suo equilibrio con la natura. Gli odori sparsi nell’ambiente, dall’aroma fresco e rilassante, invitano a godere dell’opera con tutti i sensi, lasciandosi inebriare dal suo intenso profumo. Tale stimolo consente di ridestare l’acume percettivo, spesso sopito dall’eccesso di razionalità. Perciò, la parentela genetica con la natura deve essere testata, non tanto con criteri scientifici, ma con la prassi intuitiva dell’empatia. Solo in questo modo, spunteranno, di nuovo, i fiori dalla terra arida e infeconda.

Maria Egizia Fiaschetti