La cultura dello spazio e l’impegno civile, due risvolti di un unico percorso artistico che si fondono elaborando una visione spirituale dell’arte: Maria Dompè è nata a Fermo il 4 marzo 1959, dopo il liceo artistico, si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1982.

Negli anni ottanta partecipa a concorsi, nei quali viene più volte premiata: Concorso Accademie d’Italia (1981, I° premio acquisto); Concorso Nazionale dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone (1982, I° premio acquisto); “Premio Bernini” Provincia di Roma (1984, II° premio).

Nel 1985 viene invitata da Filiberto Menna alla mostra collettiva “Esprit de Gèometrie”, presso la galleria romana Il Carpine. Nell’anno 1989 la prima personale alla galleria Il Millennio di Roma, cui fanno seguito le esposizioni individuali allestite alla galleria Spazio Temporaneo di Milano (1991), all’Isola di Roma (sia nel 1992 che nel 1993), alla galleria Alberto Peola di Torino (1995) e al Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma con Don’t forget Mururoa (1997) un intervento coinvolgente, sonoro e olfattivo. Nella personale del 1999 Alle donne di Nakiri, Maria Dompè si è confrontata con gli spazi interni ed esterni dell’Istituto Giapponese di Cultura di Roma. Sempre nel 1999, l’artista ha tenuto una personale al Contemporany Sculpture Center di Tokyo. Nell’anno 2000, una personale presso la galleria Grossetti Arte Contemporanea di Milano, con Daily Spiritual life: Milano. Nel 2007, nella galleria Il Segno di Roma, con un omaggio alla scrittrice e esploratrice Ella Maillart, creando una visione di ampi paesaggi dell’anima.

Una sintonia tra il sito e la sua storia, in una sorta di intimo colloquio tra lo spazio e l’artista: “intervento nello spazio”, così definisce la Dompè le trasformazioni dell’ambiente dove l’opera nasce per il luogo e con il luogo prescelto. Il primo è stato Hymnen (1989) per la mostra “Visioni di Hymnen” nella Sala Presse del Lingotto di Torino, un lavoro in corda e travertino ideato per le musiche di K. Stockhausen, la cui vocazione scenografica ha trovato piena realizzazione nello spettacolo teatrale allestito dalla compagnia Settimo Voltaire.

Seguono molti altri ”interventi nello spazio” realizzati in un arco temporale dal 1990 ad oggi, documentati da specifiche pubblicazioni. Ricordiamo a Firenze la mostra “Interni d’Artista” ( Virtute e conoscenza, Palazzo Budini Gattai, 1991); le due edizioni di “Etica all’Arte” (Funda Tracta, Palazzo dei Consoli di Gubbio e Domos de Janas, Cittadella dei musei di Cagliari, 1991); a Todi “Arte in Scena”, ( Summa Cavea, Nido dell’Aquila, 1991).

Lo spazio, inteso come luogo, possiede un verbo, Maria Dompè ha nell’istinto la dialettica per interagire con esso. È il caso, ad esempio, della prima installazione permanente, realizzata nel 1990, al museo Waldhof di Bielefeld (Germania) 1990, nella quale l’utilizzo della pietra arenaria si fonde con la peculiare storia del luogo unitamente alla celebrazione della caduta del muro di Berlino; è il caso anche di Umi-no-Kanata-he (1991) un’opera permanente realizzata in Giappone. Dal soggiorno giapponese Maria Dompè ha tratto ispirazione per la mostra “Giappone-Italia: Giovani Generazioni” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (1992), realizzando Camminando lungo il Kibune River, coinvolgendo l’intero ambiente dell’ala Cosenza della stessa Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Il messaggio artistico di Maria Dompè si evolve ulteriormente verso l’impegno sociale. La mutata sensibilità dell’artista si arricchisce di altruismo morale. La testimonianza sono i lavori realizzati per eventi artistici, tra i quali: Donne della Bosnia (Roma,1993) una cruda denuncia degli orrori della guerra (questo lavoro rappresenta la prima esperienza di implicazione sensoriale dell’artista che impone allo spettatore una partecipazione attiva dei sensi); la controversa installazione Aberrazione, realizzata per la “Campagna contro il Razzismo del Comune di Roma” (1993); o iniziative collettive quali la “V Biennale d’Arte Sacra” a Teramo con l’opera permanente 1992: Falcone-Borsellino; il “XXIII Premio Suzzara” con l’opera permanente C’era una volta l’Accademia dei Gergofili, (1993); la mostra “Que bien resistes!” (Arezzo,1994) con “l’intervento” Fermateli! creato nel cortile interno della Biblioteca Civica: un messaggio di unicità universale, contro il martirio della guerra religiosa ove steli e pietre funerarie, dai simboli cristiani, ebraici, islamici, convivevano insieme.

Negli anni 1995/96 Maria Dompè ha realizzato l’installazione permanente di importanti dimensioni, Insula, vincendo il “Concorso Nazionale di Edificazione di un’Opera Monumentale” presso la Nuova Casa Circondariale di Viterbo.

L’indissolubile nuovo rapporto tra creatività artistica ed impegno civile, si manifesta con le opere: Non Immolate Il bambino creata nel 1996 per la “XII Quadriennale” di Roma; Meditazione realizzata per l’iniziativa culturale del Comune di Roma: “Varcare la Soglia”, nel 1997, presso la Casa-famiglia, gestita dalla Caritas, a Roma in Villa Glori, un’ installazione permanente dal notevole impatto poetico.

Nel 1998, va segnalata la partecipazione a “Lavori in corso 3″, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, con un’opera che prendeva il titolo da una citazione tratta da un libro dello scrittore Tahar Ben Jelloun: “Io sono quell’altro che ha attraversato un paese su una passerella che collega due sogni”. Nello stesso anno Maria Dompè ha realizzato, in tre occasioni diverse, una sorta di trittico dedicato alle donne. Il primo “intervento”: “VIII Biennale d’Arte Sacra” a Teramo con l’installazione Madre Teresa di Calcutta. Il secondo: nella mostra “Scultura marchigiana dal dopoguerra a oggi (1945-1998)” nella città di Ancona dove all’interno della Mole Vanvitelliana, nel cortile del Lazzaretto, l’artista ha allestito un lavoro dedicato alla giovane monaca tibetana Ngawang Sangdrol , condannata a 18 anni di detenzione dalla giustizia cinese, per aver manifestato solo verbalmente il dissenso per l’occupazione del Tibet. Il terzo “intervento ambientale”: presso la “IX Biennale di Scultura” di Carrara, dedicato all’ex deputata curda Leyla Zana, rinchiusa in Turchia in cella di massima sicurezza per aver sostenuto le ragioni del popolo curdo contro la repressione imposta dal governo turco. L’opera trascende la mera sensibilità artistica, diviene messaggio, stimolo percettivo per ridestare un’umanità inerme ed inibita.

Una partecipazione alla “IX Biennale d’Arte Sacra di Teramo” dell’anno2000, ha visto la creazione di Shanti, un “inno” alla pace. Idealmente dedicata alle monache tibetane è Ani-la, installazione creata per l’edizione del 2000 della mostra “Giganti Arte Contemporanea nei Fori Imperiali di Roma”. Sempre nello stesso anno: Roma e Milano unite idealmente da un comune messaggio: Daily Spiritual Life:Roma, un’opera “segreta”, realizzata lungo un viale romano nel corso di nove giorni consecutivi, documentata da un libro d’artista e Daily Spiritual Life: Milano, dove Maria Dompè ha reinventato lo spazio occluso, all’interno dei locali della galleria Grossetti di Milano, interpretando l’immaginario in una dimensione meditativa, coinvolgendo lo spettatore in una partecipazione sensoria: la vista, l’udito con una diffusione musicale, il tatto tramite un contatto corporeo nella sabbia, l’odorato con un àere effuso di essenze naturali.

Nel 2001, in occasione della celebrazione del 27 gennaio: “Giorno della Memoria”, Maria Dompè ha coperto il sagrato e la cancellata della Neue Synagoge di Berlino di tessuti bianchi intrecciati e di rose bianche come simboli delle vittime della persecuzione ebraica. Una partecipazione, un segno di solidarietà, rievocato con un nuovo “intervento nello spazio” nella commemorazione del 27 gennaio dell’anno 2002, nell’area esterna della Sinagoga di Roma.

A Firenze, nel 2001, nello spazio industriale Baldassini-Tognozzi, Dompè con A Gao Xingjian dedica un’opera al dissidente premio Nobel cinese Gao Xingjian. Nello stesso anno a Washington, sulla terrazza del John F. Kennedy Center for the Performing Arts, l’artista, per la mostra “Connecting Worlds”, ha realizzato un “intervento” Connecting Worlds for the Galapagos, di denuncia ambientale, in una nazione dove la sensibilità verso i problemi dell’inquinamento era modesta.

Nel marzo 2003 merita particolare menzione l’evento Amina Lawal realizzato in P.za del Campidoglio a Roma. Invitata dal Comune di Roma Maria Dompè denunciava il dramma della donna nigeriana condannata alla pena capitale per adulterio, con un opera ambientale di straordinario impatto sensoriale, un contributo alla libertà raggiunta da Amina Lawal.

Nel settembre 2003 una installazione permanente presso il Parco di Poggio Valicaia sulle colline del Chianti (Scandicci) ha rappresentato l’occasione per un ulteriore denuncia ambientale: Gaia a walk for life – charter for environmental planetary urgencies. L’opera riveste un profondo valore etico, stimolando un approccio d’intima relazione dialettica con la natura.

Nell’anno 2004 citiamo l’evento: 2 giugno 2004: Campo Fossoli, un messaggio di fratellanza all’interno di Campo Fossoli presso Carpi, luogo nato come centro di smistamento per la deportazione nei lager di sterminio tedeschi. Nello stesso anno sottolineiamo i lavori: Water Emergency due interventi ambientali realizzati in Valle Sella per Arte Sella, uno all’interno della Malga Costa, mentre l’altro, lavoro permanente, all’esterno sul percorso di Arte Sella: la natura protagonista lancia un appello, attraverso l’artista, sulla emergenza idrica del pianeta.

L’anno 2005 vede la realizzazione dell’evento Tibet for freedom presso l’American Academy in Roma. Un messaggio di libertà lanciato in favore del popolo tibetano che attinge ad una immensa tradizione spirituale, per difendere con armi non violente, la sua identità etnica e culturale. Nello stesso anno, in concomitanza dell’anniversario della scomparsa dello statista italiano Alcide De Gasperi, Maria Dompè realizza per conto del Comune di Roma un monumento collocato in Via delle Fornaci. De Gasperi è ricordato dall’artista per la lungimirante visione europeista: “un’essenza verdeggiante avvolta dalla citazione di Sue parole”. Sempre nel 2005 un grande evento: Dalhousie Square realizzato in India nel cuore della metropoli di Calcutta, in uno dei siti indicati dal World Monuments Fund per la salvaguardia del patrimonio mondiale. Una denuncia di forte impatto dimensionale e cromatico, “memoria” storica di un Paese e della Sua antica spiritualità.

Nel 2007 Un’Offerta ai Monaci Birmani, alla Scala Santa di Roma. In uno dei più importanti siti della cristianità, un gesto simbolico e solidale con i monaci buddisti, durante la rivoluzione pacifista in Birmania. A distanza di un mese, un ritratto dedicato a Aung San Suu Kyi, simbolo della democrazia negata in Birmana ed icona della lotta pacifista, realizzato nella vetrina via Ripetta, 131 a Roma, Archivio Crispolti

Nel 2008 Remember-hope – 9/11 è il titolo rievocativo di una data impressa nella memoria collettiva: 11 settembre 2001, l’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York, intervento realizzato nello spazio industriale dell’azienda “Giulio Barbieri”.

In occasione del “battesimo pubblico” del neo spazio espositivo Ex Elettrofonica nel 2009 a Roma, l’artista presenta Hay una diferencia entre estar vivo y sentirse vivo, un racconto di poesia ed immagini, onirico e coinvolgente.

Nel maggio 2009 a Calais organizza un evento come manifestazione di preludio all’inaugurazione del nuovo museo: Citè internationale de la Dentelle et de la Mode de Calais. Un imponente lavoro ambientale, 85 chilometri di bande di merletto (dentelle), coinvolgendo tutto il complesso museale e l’area circostante. La mer-la dentelle, la dentelle-la mer, è il titolo dell’opera in cui è racchiuso il messaggio artistico: preservare un vero patrimonio culturale di antica tradizione calesiana, tutelare il mare come preziosa risorsa sociale e ambientale.

Nel 2011 a Roma in P.za di Spagna, Palazzo di Propaganda Fide in occasione della beatificazione di Papa Wojtyla, l’artista è stata invitata ad esaltare la solennità dell’evento con un opera suddivisa in due “interventi nello spazio”: uno esterno di dimensioni monumentali sulla facciata del Bernini ed uno interno coinvolgente la Cappella dei Re Magi del Borromini. Un omaggio di intenso simbolismo spirituale dedicato a Ioannes Paulus P.P. II.

Per l’edizione 2011 della Biennale di Venezia (Padiglione Italia, Arsenale) la Dompè rievoca ricordi giapponesi, presentando un opera dedicata alla forza ed al coraggio del popolo nipponico. “Japan Courage”: un’immagine visionaria e poetica di un Giappone in netto contrasto con le cronache della tragedia nucleare del marzo 2011. Un’ esortazione ed un incitamento a ritrovare nelle tradizioni ancestrali, la spiritualità e la determinazione, nonchè la memoria del passato per un nuovo rapporto con la natura.

Il dialogo con lo spazio si è arricchito con nuove “trasformazioni a verde” permanenti ovvero reinterpretazioni di spazi già esistenti: aree a verde, rimodellate e piantate. Nel 2006 a Roma Il giardino nel giardino di Luigi Muratori. Nel 2008/2009 Il giardino nel giardino: Scala Santa all’interno del Convento dei P. Passionisti della Scala Santa in Roma, uno dei luoghi sacri più importanti per la fede cristiana. Nel 2009/2011 Il giardino di Irene Brin: una reinterpretazione di un parco antico arricchito da incursioni scultoree. Nel 2013/2014 l’opera a verde Il Giardino dell’Anima, una proposta di riqualificazione e modellazione del terreno, con nuove piantumazioni. Realizzata in uno dei giardini esterni della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, denominati Giardini delle fontane.

Nel periodo compreso tra il 2015 e il 2016 il comune di Massa Marittima in Toscana commissiona alla Dompè la riqualificazione paesaggistica e funzionale di un’area recuperata dal restauro dell’antica cinta muraria. L’artista realizza un’opera ambientale Sol omnibus lucet di notevole impatto estetico, rappresentando un simbolico ponte tra la storia e la contemporaneità, un felice esempio, apprezzato dalla cittadinanza, di osmosi del paesaggio nel tessuto urbano.

Nel 2017 partecipando alla manifestazione Il Cammino delle Certose, Maria Dompè realizza una doppia rappresentazione artistica contenuta in un’unica opera paesaggistica: Altum Silentium. Una valorizzazione ambientale, pensata per un’area dimessa dell’imponente complesso monastico della Certosa di San Lorenzo in Padula. Un intervento mutante nel tempo, con una duplice valenza: una effimera ed una (con una post-trasformazione a verde) a carattere permanente.

Tra il 2018 e il 2019 un articolato progetto di approfondimento conoscitivo e conseguentemente di corretta informazione, affronta il fenomeno migratorio indagando in maniera compiuta su una realtà di drammatica attualità. La Dompè per sensibilizzare le coscienze, promuove e sviluppa questo progetto organizzando tre eventi artistici, tutti con il medesimo titolo: my name is … il mio nome è … Conosci l’altro e la sua realtà. Il primo a Roma presso il MACRO Asilo nel novembre del 2018; il secondo a Napoli presso la Chiesa delle Donne della Certosa e Museo di San Martino nel giugno 2019; il terzo a settembre 2019 presso il comune di Candela (Fg) in una SPRAR ospitata in una antica masseria pugliese. Tre eventi documentati con altrettanti libri di artista, riuniti insieme in una unica custodia.

Nel 2019 Maria Dompè ritorna alla Scala Santa, a Roma per un’opportunità irripetibile. Realizzare un’offerta all’energia spirituale che irradia intensamente dal luogo sacro, un’opera Sursum corda! (In alto i cuori!) direttamente su gli scalini marmorei originali, privati momentaneamente dell’antica protezione lignea.

Nel 2021 un’occasione particolarmente gradita all’artista un ritorno nel Giardino di Irene Brin in Sasso di Bordighera, dove nel 2009 ha realizzato una sostanziale riqualificazione paesaggistica e artistica. Invitata per le celebrazioni dell’anniversario di Dante Alighieri, evento organizzato dal FAI, la Dompè elabora un intervento effimero di particolare suggestione: sfere di un “tessuto floreale”, un’esplosione cromatica, un elogio alla Natura, una visione onirica dantesca per una ricerca di una rinnovata armonia.

Tra il fine anno 2022 e l’inizio del 2023 l’artista è stata impegnata in un riassetto paesaggistico di un’area di circa mq.1.600 interni all’ Eschilo Sporting Village di Roma. Un’occasione per riaffermare la personale sensibilità al verde, unitamente al disagio crescente per le conseguenze di un disatteso equilibrio tra l’umanità e la Natura.

Infine restano da menzionare, le borse di studio internazionali vinte (1991 The Japan Foundation e 1996 The Pollock-Krasner Foundation), e dal punto di vista editoriale, preziosi libri d’artista (vedi la pagina “Pubblicazioni”).